
Carlo Conti è bravo, è un professionista serio, coerente, aziendalista convinto tanto da diventare il presentatore Rai per eccellenza, conduttore di programmi quasi sempre vincenti dal punto di vista degli ascolti, ma a volte un po’ meno convincenti dal punto di vista soprattutto dell’originalità. Ne vedremo delle belle è in questo senso esemplare. Quello che abbiamo visto al debutto sabato scorso in prima serata su Rai 1 è un programma non solo di scarsa originalità (talent show riadattato o show talent che dir si voglia), ma anche di scarsa qualità. L’idea di mettere insieme e in competizione su ballo, canto, intervista, musical e photo story dieci donne di spettacolo, la maggior parte delle quali unite o divise dal Bagaglino (Matilde Brandi, Laura Freddi, Valeria Marini, Lorenza Mario, Veronica Maya, Angela Melillo, Patrizia Pellegrino, Pamela Prati, Carmen Russo e Adriana Volpe), tutte tra i 47 e i 66 anni e con un ego decisamente pronunciato, non crediamo sia delle migliori e senza rischi. Da notare tra l’altro che alla scrittura di questo format risulta che con Carlo Conti abbiano lavorato addirittura altre dieci persone (Ivana Sabatini, Fiammetta Profili, Emanuele Giovannini, Leopoldo Siano e Mario D’Amico con la collaborazione di Claudia Di Giuseppe, Mattia Bravi, Maria Francesca Dore e Carla Rosselli oltre al regista Maurizio Pagnussat). Come tutti i talent, anche Ne vedremo delle belle prevede le clip in cui i partecipanti, in questo caso le partecipanti, si raccontano, ovvero le autopresentazioni più o meno lacrimevoli quando si parla della mamma o dei figli, come se fossero al mondo le uniche, nel caso specifico, ad essere state figlie e poi madri. Per il resto, verrebbe da dire che anche in Ne vedremo delle belle la quota di reality presente in ogni talent si trasforma in falsity. C’è poi l’esibizione di fronte all’immancabile giuria capitanata per la circostanza da Mara Venier con la quale, per il solito spalleggiamento tra un programma e l’altro, rimbalzare le protagoniste il giorno dopo a Domenica in (un quarto d’ora l’altro ieri da dimenticare). Giudici a latere Christian De Sica, che già aveva svolto il ruolo a Tale e quale, e Frank Matano che, nonostante un passaggio anche per lui a suo tempo allo show delle imitazioni, è qui forse per una quota giovani in mezzo a tanta età avanzata con il risultato di apparire però un pesce fuor d’acqua. A Matano si devono comunque le poche battute accettabili a fronte di quelle discutibili della Venier e di De Sica sulla gonnellina della Marini o altre amenità del genere. Dubbi anche sul definire «super ospite» Massimo Ceccherini, anche se la sua presenza era forse dovuta a uno dei tanti pregi di Carlo Conti che, al di là dei programmi non azzeccati, è uno sempre disponibile e pronto ad aiutare gli amici. E Ceccherini, per sua stessa ammissione, ne ha sicuramente bisogno.
© riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: